Quando finirà?

Avanzano le ipotesi sul futuro che ci attende: la domanda alla base richiama sempre l’inquietudine su quando ne usciremo. IL problema è che chiunque può inventarsi statistico e attraverso un semplice programma esporre curve, linee di tendenza, torte di diffusione, grazie ai dati messi in possesso dalla Protezione Civile. Ma c’è un problema. Siamo sicuri che tutto quel che sappiamo è tutto quello che c’è da sapere? Secondo un parere, un fisico che ci mette nome e cognome, il picco dei contagi ci sarà verso fine marzo. L’ha detto Valerio Curcio, 43 anni, matematico e fisico. L’ha pubblicata su face book ed anche il quotidiano IL Riformista ha reso pubblica questa proiezione. Mette a confronto i numeri della mortalità, della guarigione e dei contagi e così traccia sul grafico le linee che fermano la situazione attuale. Al picco probabilmente seguirà una fase stazionaria che è difficile quantificare e poi la curva scenderà.

Questo per dire come il campo delle ipotesi sul futuro del contagio e i suoi effetti nel paese sia affidato più al calcolo probabilistico che alle proiezioni della medicina. Parlando sempre solo dell’Italia, sono state computati due campi di ipotesi. La prima si concentra sui cluster. L’altra ipotesi concentra l’analisi al Sud d’Italia. ( Ma sussistono sempre le condizioni avverse di prima: la conferma del verificarsi delle prospettive delineate sta tutto nell’altra ipotesi, quella superiore a tutti, che parte dai dati in possesso: se abbiamo tutti i dati possibili o se invece ci nascondono qualcosa ).

Nel primo caso esprime ottimismo dal fatto che nelle zone rosse la curva di contagi si sta abbassando nettamente. Ma è anche vero che il tasso di mortalità aumenta più velocemente. Ma questo potrebbe essere spiegato dal fatto che non siamo certi che le morti siano avvenute per coronavirus o se, diversamente, il coronavirus sia una concausa.