Anticorpi monoclonali bis-specifici

Due o più tipologie di questi strumenti in grado di contrastare direttamente il virus prima che il contagio si diffonda prevengono la “fuga virale”.

Nello specifico sono due gli anticorpi prodotti e utilizzati nella lotta al Covid. Bamlanivimab più l’associazione di bamlanivimab-etesevimab. Ma anche la combinazione di casirivimab-imdevimab. Fanno oramai parte dei sistemi di cura della malattia. Aggiunti al nuovo Protocollo per le cure domiciliari del ministero della Salute, sono stati approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Il loro studio per applicazioni e il potenziale vasto impiego è ancora oggetto di analisi e verifiche. Il 6 febbraio 2021 sono stati approvati dal Ministero della salute come approccio di aggressione alla malattia in fase lieve con massimo cinque giorni di malattia acclarata.

IL protocollo prevede che l’indicazione del paziente a cui si possa o si debba somministrare l’anticorpo monoclonale sia appannaggio dei medici di Medicina Generale e dei pediatri. Il paziente deve essere indirizzato ai centri regionali abilitati alla prescrizione di questi dispositivi medici. L’intervento è ancora affidato all’organizzazione ospedaliera al fine di avere la capacità di intervenire qualora ci fossero reazioni allergiche. Una volta che questo presidio medico trovasse conferma come sistema di cura potrebbe essere indicato presso i rispettivi domicili, con minori possibilità di far circolare persone affette da questa malattia.

L’attuale tendenza predilige questa sperimentazione utilizzando diverse tipologie di anticorpi contemporaneamente, ma l’acquisizione più recente consiste nella scoperta di un nuovo anticorpo monoclonale in grado di reagire qualsiasi tipologia di Sars CoV 2. È stato scoperto dall’ospedale San Matteo di Pavia e pubblicato su Nature.

Oltre che trattare la malattia si potrebbe anche prevenire ed è questo l’oggetto di analisi. La contemporanea acquisizione di due diversi antigeni del virus ha trovato la definizione di “bis-specifico”. E pare proprio sia più efficace dei precedenti anticorpi sperimentati perché neutralizza anche le varianti di preoccupazione inglese, sudafricana e brasiliana.