Non tutti sanno che la pompa cardiaca quando riceve una lesione può ripararla attraverso tessuto cicatriziale fibrotico. Ma da una ricerca tutta italiana pubblicata su Cell Reports partendo da una casistica studiata nel mondo animale è stato in grado di arrivare alle conclusioni che queste facoltà ricostruttive sono affidate ai fattori di crescita. “Il pesce zebra – scrivono nella spiegazione dello studio – ha una capacità rigenerativa cardiaca permanente dopo un danno, mentre i mammiferi perdono questa capacità durante il primo sviluppo postnatale”. È la premessa su cui si bassa l’approfondimento dei ricercatori.
Lo studio ha indagato se la diminuzione dell’espressione dei fattori di crescita durante lo sviluppo postnatale dei mammiferi contribuisce alla diminuzione del potenziale rigenerativo dei cardiomiociti.
Si sono confermati tutti i fattori classici attraverso i quali è possibile ricostruire organicamente il tessuto cardiaco lesionato. (Questi rispondono a NRG1, all’interleuchina e altri). Ma oltre a questi sui quali c’è una casistica già acclarata in sede di scienza ci sono anche altri potenziali fattori pro-rigenerativi.
Uno di questi risponde è denominato in sede di ricerca: BMP7 . Consiste nel fatto con maggiore efficacia. Quando non c’è si rileva una riduzione di cardiomiociti. Quindi Bmp7 è cruciale per la rigenerazione dei cuori di topo e pesce zebra. A conferma, quando ce n’è in abbondanza di bmp7 si sono attestati miglioramenti del ciclo dei cardiomiociti. E questo è valso sempre nella sperimentazione nella rigenerazione del pesce zebra, così come nella somministrazione negli stadi post-mitotici di topi giovani e adulti, in vitro e in vivo. Questo dopo infarto del miocardio di questi animali da sperimentazione.