Due fegati sani ricavati da uno canceroso

La sperimentazione iniziata a Pisa è stata replicata quindici volte nel resto del mondo

( Foto attinta dalla ricerca da cui è stato reso noto l’esito di questa tecnica operatoria e di cura)

Tutto ebbe inizio due anni fa. Una paziente con trentacinque metastasi al fegato derivate dal colon è stata operata con un’equipe di specialisti molto articolata. Da questo intervento complesso sono stati ottenuti due fegati sani a partire dal suo organo malato. Si tratta di un metodo per cui si riesce ad integrare procedure chirurgiche molto elaborate per risparmiare d’organo. Quindi, attraverso tecniche di incremento del volume del fegato si supera il problema della rigenerazione epatica largamente praticato oggi.

L’esperienza dell’ospedale di Pisa è stata replicata con successo in altri quindici interventi che hanno seguito la stessa modalità. La sperimentazione riuscita è stata argomento di pubblicazione nel periodico Cancers. Ma è nell’ospedale di Pisa che si è riusciti a ottenere due fegati sani a partire da uno malato che ora diventerà una pratica sperimentale di chirurgia e di specifica cura contro alcune derivazioni della malattia cancerosa al fegato. L’Azienda ospedaliero universitaria pisana ha continuato in questa ricerca effettuando in quindici casi consecutivi, arrivando a ottenere trenta organi sani. Il 92% sono sopravvissuti all’anno.

Il problema oggi consiste nel salvaguardare la qualità di vita dopo la recidiva della malattia dando nuove terapie in grado di aumentare l’aspettativa di vita. Questa nuova terapia di altissima tecnica chirurgica risparmia il fegato e riduce la possibilità di recidiva in un’area vitale per l’organo. Un lavoro di equipe di specialisti che arrivano da ambiti chirurgici diversi tra loro.

In termini molto elementari, dopo la prima resezione del fegato sono state integrate procedure di chirurgia per risparmiare l’organo con le tecniche di accrescimento del volume del fegato onde preservare i due fegati ottenuti grazie ….

In alternativa se ne fa crescere uno che, in virtù della presenza dell’altro asportato perché malato, una volta raggiunto il volume adeguato ad assicurare le funzioni vitali.