Classificare per tipi non per organo

Qual è il nome della malattia? Deriva dall’organo toccato o dalla tipologia di dinamiche messe in atto tali da rendere gradualmente critico il funzionamento dell’organo? Si risponderebbe naturalmente sulla seconda soluzione. Eppure sia in senso lessicale, gergale, popolare, si indica l’insorgenza di un’affezione oncologica dall’organo attaccato, che in merito all’organizzazione sanitaria si classificano i tumori in base alla tipologia di organo coinvolto.

Nuovamente la configurazione del malato si recepisce come rappresentante di organo e non come portatore di una disfunzione con gradi e livelli diversi di intervento richiesti affinché sia corretta.

Questa grande riforma non è solo una chiacchiera da filosofi ma una richiesta esplicita che si legge sul periodico Nature. Cinque ricercatori sollecitano questa modificazione culturale e tecnica nell’impostazione alla lotta contro la patologia oncologica.

Ma questo sistema appare oramai arcaico in tutti gli ambiti della cura oltre che della ricerca. La classificazione avviene basandosi sui geni, sulle proteine e sui meccanismi molecolari delle cellule. Lo stesso farmaco, quindi, viene utilizzato per diversi tumori proprio perché avente lo stesso profilo molecolare.

Negli ultimi 15 anni sono stati compiuti rapidi progressi nelle terapie dello sviluppo, in particolare per quanto riguarda l’uso di terapie mirate abbinate contro specifiche alterazioni molecolari oncogene tra i tipi di cancro. I comitati per i tumori molecolari (MTB) sono gruppi di medici esperti, scienziati, operatori sanitari e difensori dei pazienti che esaminano e interpretano i risultati del profilo molecolare per singoli pazienti affetti da cancro e abbinano ciascun paziente alle terapie disponibili, che possono includere farmaci sperimentali. L’interpretazione delle alterazioni molecolari riscontrate in ciascun paziente è un compito complicato che richiede la comprensione dei loro effetti funzionali contestuali e delle loro correlazioni con la sensibilità o la resistenza a trattamenti specifici. I criteri per determinare l’efficacia delle alterazioni molecolari e selezionare trattamenti abbinati sono in continua evoluzione. Pertanto, gli MTB hanno un ruolo sempre più necessario nell’ottimizzare l’assegnazione delle terapie guidate dai biomarcatori e nell’implementazione dell’oncologia di precisione. In definitiva, è probabile che una maggiore disponibilità, accessibilità e prestazioni della MTB migliorino la cura dei pazienti. Le sfide affrontate dagli MTB sono in aumento, a causa della pletora di alterazioni molecolari identificabili e marcatori immunitari nei tumori dei singoli pazienti e del loro significato clinico in evoluzione man mano che diventano disponibili sempre più dati sugli esiti dei pazienti e sui risultati degli studi clinici. Oltre al sequenziamento di prossima generazione, analisi più ampie sui biomarcatori possono fornire informazioni utili. Tuttavia, sono necessari maggiori finanziamenti, risorse e competenze per garantire la sostenibilità delle MTB ed espandere la loro portata alle popolazioni svantaggiate. Sarà necessaria l’armonizzazione tra pratica e politica per implementare in modo ottimale l’oncologia di precisione. Qui discutiamo del ruolo in evoluzione degli MTB e delle considerazioni attuali e future per il loro utilizzo in oncologia di precisione.