Chimica, Nobel per i punti quantici

Potranno essere un grande aiuto per l’evoluzione della tecnologia nella diagnostica per immagini e per l’individuazione di tumori

A vincerlo sono in tre: Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov. Nel delinearne le caratteristiche si parte dalle nanoparticelle. La luce che riescono a produrre riesce ad evidenziare il tessuto tumorale. Al chirurgo, quindi, resta più facile individuare il tumore. Sono conosciuti nella dizione che li indica nella loro valenza di punti quantici, come quantum dots. Sono il fondamento di diverse tecnologie adottate in ottica, nella programmazione informatica, ma soprattutto per velocizzare la diagnostica per immagini che oggi viene prodotta attraverso la tecnologia sanitaria.

La stima sulle applicazioni future dei punti quantici vede la cosiddetta “elettronica flessibile” come elemento di evoluzione tale da potenziare fortemente il mondo della comunicazione criptata.

Con punti quantici si intendono: “ particelle di materiali semiconduttori con dimensioni nanometriche – ha riferito una ricercatrice all’Ansa – dove un nanometro corrisponde a un milionesimo di millimetro, o un miliardesimo di metro”. La descrizione continua linearmente con la potenziale applicazione: “Queste ridotte dimensioni permettono di sfruttare proprietà quantistiche che vengono meno passando a dimensioni maggiori. In particolare, i punti quantici hanno la capacità di emettere luce a specifiche lunghezze d’onda. Il colore emesso può essere variato semplicemente variando di pochi nanometri la loro dimensione e senza variare la loro composizione”.