Cancro, 18mila casi in più

C’è un incremento di diagnosi di tumore che alimenta fantasie popolari dove si asseconda la teoria suggestiva di una concausa da parte dei vaccini anti Covid. Se è vero che le diagnosi sono aumentate ne è altrettanto spiegabile la ragione. Va a guardare proprio la fase di pandemia che ha ridotto fortemente i controlli. Era una eventualità paventata e non ha riguardato solo l’incidenza del tumore ma anche altre patologie. Tra queste, quelle cardiache. Si è conosciuto infatti un aumento di morte per infarto a causa della renitenza di molte persone colpite ma non prontamente rivoltesi in ospedale.

I dati pubblicati da Airc riportano nel 2020 376mila casi. Nel 2023 invece 395mila. Ben 18mila! Un incremento spiegabile, come detto, ma anche per il fatto che la popolazione anziana aumenta e così coloro che si sottopongono ai controlli.

Ma è anche vero che aumentano i casi di persone guarite o che evidenziano un miglioramento negli effetti della malattia trattata. L’efficacia della prevenzione è invece dimostrata sempre dai dati. Si stimano in duecentosettantasettimila le persone che hanno evitato di morire nei dodici anni conclusi nel 2019. Sempre più le persone che riescono a convivere con la malattia tenendo una buona qualità della vita.

Della necessità sempre più avvertita di avere screening veloci, capillari e dettagliati si relaziona al convegno organizzato dall’Osservatorio Sanità e Salute, martedì 13 febbraio, al cinema Capranichetta in Roma, alle ore 17.