Rivedere i criteri di giudizio

I parametri per valutare le prestazioni di erogazione di servizio sanitario da parte delle aziende specifiche e dei loro contesti regionali va messa in discussione.

 

Capire come va il mondo della sanità è possibile ma i numeri vanno interpretati. Sessantasette milioni 212 mila euro per cura e riabilitazione. Diciassette milioni 798mila euro per prodotti farmaceutici e altri apparecchi terapeutici. Undici milioni 757mila euro per la long term care. Nove milioni 249 mila per i servizi ausiliari. Cinque milioni 355mila euro per la prevenzione delle malattie. Un milione 760 mila destinate alla governance e all’amministrazione del Servizio Sanitario Nazionale.

Dire questo significa tutto e niente. “Lo Stato certifica l’erogazione regionale delle prestazioni con uno strumento sempre meno adeguato per valutare la qualità dell’assistenza sanitaria. Infatti, a fronte dei risultati dell’ultimo monitoraggio (2017) che documenta un trend dei punteggi LEA in progressivo aumento dal 2012 e identifica come inadempienti solo Calabria e Campania, numerosi report indipendenti nazionali e internazionali attestano invece un peggioramento della qualità dell’assistenza, in particolare secondo la prospettiva del cittadino/paziente”. A dirlo il rapporto della fondazione denominata Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (leggasi Gimbe).