Risorse per l’Immunoterapia!

La “vittoria della biologia” sull’interventismo chirurgico nella lotta al cancro è ostacolata da frammentazione e regionalismo, ma soprattutto dalla mancanza di adeguati finanziamenti

 

L’approfondimento dell’immunologia e degli approcci più indicati alle terapie deve essere sostenuto da un sistema certo di finanziamenti. La ricerca deve progredire con un sistema misto. Metà interventi statali, l’altra metà privati. Questa la formula preferenziale. E’ l’obiettivo indicato da Stefano Vella, coordinatore scientifico del convegno convegno organizzato al Senato martedì 17 dicembre dall’Osservatorio Sanità e Salute e dall’Osservatorio Nazionale per i Diritti del Malato. IL tema dello squilibrio nel sistema sanitario nazionale è stato ripreso anche da Francesca Moccia di Cittadinanza Attiva che ha messo al centro del problema la diversa facilità di accesso ai farmaci. E sugli alti e bassi della nostra Sanità come sulla necessità di coordinare la ricerca tra i vari istituti, interviene in apertura il presidente dell’Osservatorio Sanità e Salute, Cesare Cursi.

Da modello di universalismo della cura a disfunzioni evitabili. la nostra sanità è prima nel mondo. Dice a chiare lettere Giacomo Bazzoni, presidente di Agenas. lo ribadisce in altri termini Michele Maio. Il direttore  del centro di Immuno-Oncologia dell’Azienda ospedaliera Università di Siena che spiega come con l’Immunoterapia si tolga il freno al sistema immunitario per consentire che reagisca alla proliferazione del tumore.

Le “terapie oncologiche agnostiche”, espressione discutibile con cui si intende l’immunologia, rivedono in modo sostanziale l’approccio al cancro e si aggiungono alle altre tre fasi della cura: chirurgia, chemioterapia, radioterapia.

Con l’immunoterapia si interviene, laddove possibile, sul sistema genetico riformando il vizio di sistema che è all’origine della proliferazione cancerosa. Quindi si agisce direttamente sul DNA.

Ma ci sono anche pazienti che non rispondono. Ed è bene quindi che nel dare informazione non si creino aspettative eccessive – come ha sottolineato Laura Berti, giornalista Rai e moderatrice del dibattito.

Affinché l’immunoterapia faccia passi avanti al centro della ricerca deve porsi il modello mutazionale – Francesco Cognetti, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma – i test genomici allora sono lo strumento per comprendere e avanzare l’approccio terapico. Similmente la patologa Betty Polikar concentra l’attenzione sulla qualifica dei biomarker. La Coordinatrice di Ricerca dell’ Italian Network for Pediatric Clinical Trials pone la centralità del coordinamento tra momenti diversi di ricerca fino alla produzione farmacologica.

Ma in ogni dibattito in cui i problemi sono conseguenti alle vere prospettive di soluzione entra la voce dell’Unione Europea. In questo contesto è rappresentata da Walter Ricciardi, presidente della Mission Board for Cancer istituito dalla Commissione Europea per finanziare progetti di ricerca oncologica. “IL cancro a livello europeo è considerato uno dei più grandi problemi da risolvere. Tanto più quando ha superato infarto e ictus come causa reale di morte”.

Fondi ce ne sono in modo da rispondere a obiettivi di ricerca dell’Immunologia. E sulla equa ripartizione giocherà molto la capacità di essere competitivi come livelli di ricerca.