Eradicare infezione da HCV

IL dibattito sulla gestione finanziaria nazionale che caratterizzerà i prossimi mesi dovrà farsi carico del tema sanità come parte imprescindibile del Welfare. Più specificamente, dovranno essere garantiti sistemi di cura fondamentali. Uno dei primi tra questi è l’acquisizione di un complesso di farmaci in grado di cancellare nel tempo l’epatite C. La scadenza è prossima: il 30 dicembre 2019 quando i farmaci molto costosi perderanno la denominazione di “innovativi” dovranno entrare nel circuito delle normali economie del sistema sanitario nazionale.

IL richiamo alla classe di governo, ma in verità a tutte le rappresentanze in Parlamento, è di non perdere questo grande appuntamento per essere nei tempi nella battaglia globale per cancellare la malattia dalla Terra.

Sono i temi affrontati dal convegno organizzato dall’Osservatorio Sanità e Salute, lunedì 10 giugno al ministero della Salute a Ripa di Trastevere in Roma.

IL presidente del centro studi, Cesare Cursi, ha ricordato il carattere universalistico del nostro sistema sanitario e di come la sua coerente tenuta sia uno dei versanti di lavoro più importanti per la tenuta del nostro Welfare.

L’obiettivo che all’interno dell’Organizzazione mondiale della sanità ha preso l’Italia è di eradicare circa sessantamila casi l’anno. I risultati parziali dell’anno in corso difficilmente riusciranno a rispettare tale direttiva internazionale. Chiaro, quindi, che l’impegno per rilevare ogni caso in ogni realtà nazionale deve intensificarsi. Ancora imprecisi, infatti, i dati sulla vera diffusione dell’infezione da HCV. La stima ancora oscilla: da settecentomila a ottocentomila, i sieropositivi in Italia.

IL risultato in termini numerici più vicino vede nel 2022 il prossimo step. Tra tre anni l’abbattimento dovrà arrivare al trenta per cento delle attuali persone ammalate. Nel 2030 si dovrà arrivare da ottocentomila a centomila ammalati.

Ma mai come in questo caso, in una sede di dibattito su problemi per la cura della salute, la questione che si pone è esclusivamente economica. Le cure costano molto. Alla sua prima applicazione della terapia farmacologica il trattamento completo costava centomila euro. Oggi costa meno. Ma i malati sono molti. Non solo. Debbono necessariamente estendersi i criteri di applicazione a tutte le categorie di avanzamento della malattia, laddove inizialmente la cura era dedicata a salvare la vita dei casi gravi.

Oggi la cirrosi può esser debellata. Ma è alla portata l’eliminazione di morti da HCV. Ed è su questo grande risultato che c’è bisogno del concorso di tutti: associazioni del malato, strutture sanitarie, evoluzione delle metodologie di intervento, crescita della figura dell’archiatra per l’interpretazione tempistica della malattia … Ma soprattutto erogazione di finanze.