Burioni e l’omeopatia

Tutti conoscono la vis polemica del virologo Roberto Burioni. Istinto comunicativo, il suo, che lo avvicina più ad un uomo di spettacolo. (Risponderebbe lui: perché la spettacolarità rende maggiormente divulgabile la scienza).

Tutti sanno anche che l’omeopatia da anni è sotto attacco della grandi case farmaceutiche. E ciò perché il sistema omeopatico non riconosce e non può riconoscere la proprietà del brevetto farmacologico. Se si affermasse questo principio entrerebbe in crisi il grande sistema dell’industria farmaceutica propriamente detta.

Dopo una battaglia vincente sui vaccini era inevitabile che Burioni trovasse un altro nemico della cosiddetta scienza ufficiale. E l’ha trovato nell’omeopatia. Ha messo tutto nero su bianco e pubblicato in  un libro di prossima uscita. Argomento del contendere è il titolo. Pare che il primo titolo scelto da Burioni fosse del tipo: “Omeopatia, la grande truffa”. Pare anche che sul risentimento di Omeoimprese abbia ritirato il titolo preferendogli: “Omeopatia, la grande illusione”. Di qui il conflitto sulla verità di questa revisione.

Ma scrivere “grande illusione” in sede di un consesso scientifico non è meno diffamante dal dare a un percorso di cura l’epigrafe: “truffa”. Cambia solo la volontarietà dell’atto. Col termine “illusione” gli scienziati che si occupano di omeopatia sarebbero delle persone dabbene che propalano rimedi impossibili. Col termine “truffa” si entra nel penale e gli stessi potrebbero essere inquisiti per la volontà di carpire la buona fede di coloro che adottano questo sistema di cura: circa diciotto milioni di persone, secondo Omeoimprese.

Se si prescinde dal lato giuridico, sotto il profilo di scienza è ancora più grave dare degli illusi a chi ritiene di offrire sistemi di cura per la salute. “Illuso” è u n’espressione ancor più lesiva della dignità di chi opera in questo campo.

Sempre sotto il profilo scientifico, fenomenologico, appare assai dubbio come un sistema che si afferma sempre più nel mondo sia il derivato di un’infatuazione collettiva. Non darebbe risposta ai molti successi pratici. Ed è su questi che il sistema omeopatico si pone accanto a quello allopatico di consolidate basi economiche, sociali, sperimentali.

E comunque è l’evoluzione della scienza che implica sempre il conflitto. “Fin quando gli assertori di una tesi vengono totalmente scavalcati oppure muoiono”. Lo diceva Einstein!